Canzone consigliata per la preparazione:
"Senza di te", Zibba e Almalibre
Ci sono giornate perfette. È vero, sembrano rare, ma guardandosi indietro spesso si scopre che non lo sono affatto. Perchè non si tratta di giornate interamente perfette, partite bene fin dal mattino e proseguite ancora meglio, ricche di sorprese, di felicità e caratterizzate da improbabili scene tipo film.
E come sarebbe possibile, d'altronde? Non esiste nuovo giorno, per quanto partito nel modo giusto, che non porti con sè qualche piccola o grande difficoltà.
No, le giornate perfette di cui parlo io sono quelle che non sembrano tali finchè non sono concluse. Il giorno, a volte addirittura la settimana dopo.
Sono quelle che ricordiamo per qualche particolare, per qualche momento che sì, a ripensarci è stato di pura e cristallina felicità. Per davvero.
Quelle giornate che se mi chiedessero di raccontare, il giorno successivo, non saprei farlo.
Quelle che alla domanda "Cosa hai fatto di bello ieri sera?" mi verrebbero in mente soltanto le risate, il buon cibo, gli sguardi tra amici, le intese in un colpo d'occhio, e forse risponderei qualcosa di vago. "Ieri sera? Ah sì, tutto bene.."
Perchè si finisce sempre così, vero? A non dire quello che si vorrebbe dire: che la giornata è stata come una risata genuina che scoppia all'improvviso, come la nostra torta preferita, come il mare d'inverno o il sole caldo quando inonda la casa al mattino.
"Tutto bene".
Come se a sbilanciarsi troppo quella felicità che ancora non abbiamo realizzato, nè compreso del tutto, ma che c'è, potesse sfuggirci dalle mani.
Questa torta è un omaggio alle mie origini. La ricetta originaria è quella di mia nonna, che la prepara da che io mi ricordo.
La mia torta preferita, la sua: sempre insuperabile, sempre più buona di tutte le altre torte di nocciole che ho mai assaggiato (e ammetto di averne assaggiate parecchie, da Piemontese DOC quale sono!). Proprio per questo motivo, perchè come la fa mia nonna non la fa nessuno, - e io men che meno! - ho dovuto modificarne leggermente la ricetta.
Dopo averla preparata quasi per gioco, qualche tempo fa, (mai avrei pensato che sarebbe uscita così!), questa nuova versione super golosa è finita dritta dritta tra le indispensabili del mio ricettario.
La ricotta, che nella ricetta di mia nonna è sostituita dal burro, le conferisce una straordinaria morbidezza senza appesantirla,e gli amaretti sbriciolati nell'impasto sono stati una piacevole sopresa.
Ovviamente, condizione necessaria affinchè questa torta venga davvero buona è scegliere nocciole come si deve: servono quelle tonde di Langa, il cui profumo intenso si sente quasi a confezione chiusa.
Note: Per una versione più light potete omettere la nutella e incorporare dei pezzetti di cioccolato fondente tritato nell'impasto, la torta sarà comunque buonissima!
Ingredienti:
- 150 g di nocciole sgusciate
- 100 g di ricotta fresca
- 250 g di zucchero
- 20 g di burro
- 3 uova fresche
- 100 g di farina
- 3 amaretti morbidi
- 1 pizzico di sale
- nutella q.b.
- granella di nocciole per decorare
Tostate le nocciole in un padellino sul fuoco, poi, una volta fredde, tritatele finemente nel mixer. Sciogliete il burro, unitelo in una ciotola insieme allo zucchero, poi aggiungete le uova una alla volta, la farina setacciata, un pizzico di sale e ele nocciole tritate. Per ultimo, sbriciolate nell'impasto i tre amaretti, amalgamateli e poi versate il composto in una tortiera imburrata ed infarinata. Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per circa 30 minuti (fate la prova dello stecchino).
Quando la torta è cotta sfornatela e lasciatela raffreddare completamente su una gratella per dolci.
Nel frattempo scaldate per pochi istanti la nutella in un pentolino (ve ne servirà all'incira un bicchiere): questo passaggio serve per ammorbidirla, altrimenti vi sarà difficile spalmarla sulla torta. Versate quindi la nutella morbida sulla superficie e decorate a piacere con la granella di nocciole.
Conservate la torta in un luogo fresco, o ancora meglio in frigorifero, avendo cura di tirarla fuori qualche minuto prima di servirla.